Scabbia

Scabbia è un termine che deriva dal latino scabere e significa grattare. Si tratta di una malattia infestante della pelle che può contagiare sia gli esseri umani e sia alcune specie di animali. L’Organizzazione Mondiale della Sanità l’ha classificata come una malattia correlata all’acqua. Essa è principalmente causata da un piccolo parassita, l’acaro Sarcoptes scabiei che s’innesta sotto la pelle e causando come primo sintomo un fortissimo prurito.

Un acaro simile s’insedia nella pelle degli animali e causa l’insorgenza della cosiddetta rogna sarcoptica. In linea generale, la trasmissione di questa patologia avviene tramite contatto diretto pelle-pelle oppure a seguito di un rapporto sessuale. In quest’ultimo caso il preservativo non è in grado, da solo, di proteggere dal contagio. Prima che la scabbia diventi sintomatica, occorrono circa quattro o sei settimane.

Anche lo stato di sollievo successivo al trattamento farmacologico impiega circa due giorni affinché i sintomi inizino a sparire. Una forma più grave e aggressiva è la scabbia crostosa, gergalmente chiamata scabbia norvegese, associata all’immunosoppressione.

  1. Storia
  2. Epidemiologia
  3. Eziologia e sintomi
  4. Diagnosi
  5. Terapia
  6. Prognosi e prevenzione

Storia

La scabbia viene definita come una malattia antica, e proprio in seguito ad alcuni studi archeologici effettuati nell’Antico Egitto, si suppone che i primi casi di scabbia risalgono a circa 2.500 anni fa. La religione, la letteratura, la storia sono solo alcuni campi in cui è possibile trovare riferimenti a questa patologia endemica. Nella Bibbia si trovano riferimenti nel Levitico e nel terzo libro di Mosè e in termini temporali corrispondono a circa 1200 a. C. . nel IV secolo a.C. il filosofo Aristotele parla di alcuni acari "che fuggono da piccoli brufoli se sono punti". Queste però, altro non sono che delle citazioni, mentre la comparsa delle prime descrizioni della patologia risalgono al medico romano Celso.

Altri autori hanno poi riportato quelle che sono le manifestazioni della scabbia, come ad esempio: Abu el Hasan Ahmed el Tabari (medico arabo) nel 1970, Ildegarda di Bingem, Ibn Zuhr. Riguardo invece l’eziologia, e quindi le cause e l’evolversi della scabbia sono riportate (in una lettera) per la prima volta da Giovanni Cosimo Bonomo e da Giacinto Cestoni intorno al 1687. Nel 1868 viene fatta la prima pubblicazione medica della scabbia.

Epidemiologia

La scabbia è, assieme alla tinea e alla piodermite, la terza malattia della pelle più comune nei bambini. Non c’è un target specifico di soggetti colpiti perché gli acari si trovano in tutto il mondo e da essi nessuno ne è immune (bambini, ragazzi, adulti o anziani); non colpisce etnie o classi socio-economiche specifiche. Anche se, le maggiori probabilità di contrarre la scabbia si riscontrano in aree molto affollate oppure in luoghi in cui le condizioni di vita sono scarsamente igieniche. Analizzando le statistiche a livello mondiale, si può affermare che dal 2009 si sono verificati circa 300 milioni di casi di scabbia ogni anno.

Nonostante questo, circa l’1-10% di soggetti sono malati ma in alcune aree specifiche questa percentuale può salire da un minimo di 50% ad un massimo di 80%. Analizzando i dati che riguardano il rapporto Italia-scabbia, si denota un range negativo. Dati alla mano si è passati da 2.000-3.500 casi verificatisi tra gli anni 1989 e 2000 a più di 5.700 del 2003. In Egitto la percentuale d’incidenza della malattia è dell’1,1% e i più colpiti sono i bambini di età inferiore ai 10 anni. In Danimarca dai primi anni del 1900 al 1975 il numero di persone affette da scabbia sono state circa 850.000 evidenziando una maggior incidenza nei soggetti di sesso femminile.

Eziologia e sintomi

L’eziologia della scabbia è molto semplice ma allo stesso tempo può essere facilmente confusa con altre malattie che agiscono a livello della pelle. La causa della scabbia, come già affermato in precedenza, è l’acaro Sarcoptes scabiei di sesso femminile. La trasmissione della malattia avviene mediante contatto diretto da animali o persone già infette.

L’acaro che causa questa patologia scava dei piccolissimi cunicoli nell’epidermide, all’interno dei quali depone le uova (da 1 a 3 ogni giorno) e morendo dopo circa 1-2 mesi. Quando le uova dei piccoli acari si schiudono, essi scavano dei piccoli cunicoli e il ciclo continua. I medici affermano che l’infezione si manifesta nel momento in cui, a seguito di alcuni esami, si evidenzia circa 10-15 femmine, e nel peggiore dei casi qualche migliaio.Tra tutte le uova deposte da ogni singolo acaro, solo l’1% è in grado di raggiungere l’età adulta.

L’incubazione della malattia avviene tra 3 o 6 settimane massimo. La presenza di scabbia è evidenziata da linee ondulate, corte, scure o rosse, concentrate soprattutto tra le dita delle mani e dei piedi e attorno al polso. Alcuni soggetti possono presentare delle eruzioni cutanee con eritemi composti da pustole in rilievo e di colore rosso. Per quanto riguarda i sintomi, quello più comune è il forte prurito che tende a peggiorare durante le ore notturne o successivamente a un bagno caldo (l’attività degli acari aumenta).

A questo fa seguito l’infezione che causa piccole protuberanze, pustole o vesciche che a seguito del grattarsi si rompono. Le aree della pelle soggette a prurito tendono a diventare più spesse, squamose, coperte da croste e segnate da graffi. Sia il prurito e sia i segni visibili sull’epidermide sono indicano la presenza degli acari, dei cunicoli da essi realizzati e delle sostanze di scarto prodotte (feci e saliva).

Scabbia

Le tane superficiali degli acari della scabbia si trovano nella pelle delle mani, dei piedi, dei gomiti, dei polsi, della schiena, dei glutei e nella pelle esterna dei genitali. Escludendo bambini e immunodepressi, la scabbia non si verifica sul viso e sul cuoio capelluto. C’è da ricordare che i cunicoli vengono realizzati dagli acari adulti con lo scopo di depositare le uova. In linea generale i cunicoli scavati presentano una forma lineare, a zig-zag oppure a S, ai quali si accompagnano delle piccole punture d’insetti. Anche in questo caso, i segni si trovano nella zona dei polsi, delle mani, nella zona genitale o sotto le mammelle delle donne. I sintomi si manifestano entro 2-6 settimane circa dall’infestazione su soggetti mai colpiti da scabbia. In presenza di persone che hanno già subito un’infestazione, i sintomi compaiono entro qualche giorno. Non è cosa impossibile che i sintomi si manifestino dopo diversi mesi o anni. La scabbia crostosa, comunemente chiamata scabbia norvegese, è una forma più grave della malattia e solitamente affligge soggetti anziani o con deficit immunologici (persone affette da AIDS, cancro o che utilizzano farmaci immunosoppressori). In questo caso, alla malattia si aggiungono alopecia ed eosinofilia. La scabbia crostosa presenta un lieve prurito, eruzioni cutanee squamose e croste.

Diagnosi

La diagnosi della scabbia avviene in maniera clinica prendendo in considerazione il connubio tra prurito frequente e diffuso e lesioni in due punti caratteristici del corpo, in alternativa viene diagnosticata quando questi fattori si denotano su un altro membro appartenente alla stessa famiglia. La caratteristica base è la presenza delle tane scavate dagli acari sulla pelle. Esse vengono rilevate sfregando la zona interessata con dell’inchiostro per penne stilografiche o alternativamente con una soluzione di tetraciclina ad uso topico la quale si illumina mediante una luce speciale. In seguito si elimina il prodotto in eccesso, e se il paziente è affetto da scabbia, si possono notare delle linee a zig-zag o a S.

L’affidabilità del test non è molto alta perché le tane possono essere veramente scarse oppure essere nascoste da altri graffi. Durante la diagnosi di questa malattia, bisogna fare molta attenzione affinché non venga confusa con altre patologie. I sintomi della scabbia sono molto simili alla dermatite, sifilide, orticaria, reazioni allergiche o a infezioni causate da altri ectoparassitari tra cui pulci e pidocchi.

Nel nostro blog abbiamo dedicato un approfondimento alle infezioni della pelle, ti consigliamo di consultarlo per capire qualche patologia ha colpito la tua cute.  

Terapia

I trattamenti da utilizzare per la cura da scabbia sono molteplici e solitamente devono essere attuati (da medici o dermatologi) anche a quei soggetti che convivono o che appartengono alla stessa comunità dei soggetti malati.

La permetrina è definito il trattamento più efficace e si trova in crema. Si applica dal collo in giù prima di andare a letto e non deve essere tolta prima delle 8-14 ore circa. Solitamente basta fare una sola applicazione; se il caso di scabbia è più o meno grave, dopo la prima applicazione (con un distacco di 7-14 giorni circa) si applica la seconda dose. La permetrina svolge la funzione d’irritazione della pelle così da far seccare le tane e uccidere tutta la generazione di acari presenti sotto la pelle (uova, larve ed esemplari adulti). Questo farmaco oltre a essere il più efficace è anche il più costoso.

In alternativa si può preferire un farmaco molto meno costoso, chiamato ivermectina (da assumere per via orale). Si assume per via orale, basta una sola dose, e solitamente è il trattamento utilizzato per curare la scabbia crostosa e solitamente si associa a un agente topico. Non può essere assunto dai bambini perché non se ne conoscono gli effetti su questi soggetti, mentre è molto efficace sui soggetti adulti. Come già affermato in precedenza, l’ivermectina ha un basso costo, è facilmente prepara bile e presenta una tossicità veramente bassa. A tutti questi fattori positivi si aggiunge la possibilità di utilizzo su animali affetti da rogna sarcoptica. In alternativa a questi farmaci, i trattamenti della scabbia avvengono mediante l’uso del lindano, del benzile benzoato, del malathion, del crotamitone e di preparazioni a base di zolfo. Il lindano è molto efficace, però in alcuni paesi ne è stata limitata la vendita perché si teme abbia una certa neurotossicità.

In paesi come gli USA è usato come trattamento di "seconda linea". Il crotamitone è contenuto nella crema dermatologica per la scabbia Eurax in vendita nella nostra farmacia online. Nei paesi in via di sviluppo vengono utilizzati degli unguenti a base di zolfo o benzoato di benzile. Questo perché i costi di produzione sono veramente bassi. Tutte le soluzioni che hanno una percentuale minima di 10% di zolfo sono state definite efficaci e devono essere usate almeno per una settimana. Il crotamitone, secondo alcuni studi, viene definito meno efficace rispetto alla permetrina, la quale può essere sostituita con il crotamiton o un preparato a base di zolfo (entrambi indicati per curare la scabbia nei bambini).

Prognosi e prevenzione

Non c’è una vera e propria prognosi riguardo la scabbia perché le forme di questa malattia sono diverse. Ad esempio, talvolta basta curare la propria igiene e quella dei soggetti malati affinché in pochi mesi si assista al debellamento della patologia. Nel momento in cui non si segue alcun trattamento, la scabbia può peggiorare e persistere per anni. Ai trattamenti con la permetrina topica, ivermectina e altri farmaci in grado di eliminare l’infestazione dagli acari della scabbia, hanno portato a risultati molto soddisfacenti sia per quanto riguarda la cura dei pazienti malati e sia per aver evitato che soggetti sani venissero contagiati. Tuttavia, questi trattamenti non sono gli unici da mettere in pratica al fine di debellare questa malattia endemica, bisogna avviare anche delle pratiche di prevenzione.

Non esiste un vaccino contro la scabbia, per cui quando si entra in contatto con soggetti infetti è necessario seguire il trattamento farmacologico e pulire ogni cosa con la quale il soggetto è entrato in contatto. Lavare gli asciugamani, i vestiti, l’intimo, i pigiami e le lenzuola in lavatrice a una temperatura maggiore di 60°. Tutto quello che non può essere lavato, deve essere riposto all’interno di un sacco e lasciato lì per almeno 48 ore.

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