Mononucleosi

La mononucleosi è una malattia infettiva virale, raramente pericolosa. Nota, nel linguaggio comune, con il nome di 'malattia del bacio'. Tecnicamente, invece, la terminologia corretta per indicare questa affezione è 'mononucleosi infettiva'. Descritta per la prima volta nel 1887 dal medico tedesco Emil Pfeiffer, la mononucleosi ha, come principale responsabile, il virus EBV (Epstein-Barr Virus) anche noto come HHV-4 (Human herpesvirus 4).

Si tratta di un virus della famiglia degli herpes che può causare, oltre alla mononucleosi, anche altre malattie molto più gravi.

Vediamo nel dettaglio quali sono i fattori che possono provocarla, i sintomi e le terapie disponibili.

  1. Caratteristiche
  2. Sintomi
  3. Cure
  4. Soggetti a rischio
  5. Prevenzione

Caratteristiche

La mononucleosi è una forma virale molto comune tra gli adolescenti, che possono contagiarsi tramite scambio di saliva infetta. Proprio da questa modalità di trasmissione, che è sicuramente la più comune ma non l'unica, prende il suo nome popolare. Tuttavia, il virus non ha come unico mezzo di trasmissione il diretto contatto con la saliva, ma può avvenire anche tramite contagio indiretto, ossia attraverso il contatto con persone o oggetti contaminati.

Mononucleosi

Quando si parla di mononucleosi, raramente si parla di una malattia pericolosa: i sintomi principali, infatti, sono una febbre di pochi decimi e stanchezza cronica. Tuttavia, in caso di mancato ed adeguato riposo, si possono verificare delle complicazioni anche gravi, la più comune delle quali è la rottura della milza. Si tratta di un problema che si registra soprattutto quando, pur essendo già malati, si svolge attività fisica molto intensa o si è soggetti a forti sforzi e traumi addominali.

Per questo motivo, come si vedrà in seguito, il riposo rappresenta un obbligo quando si contrae questa malattia, così come diventano fondamentali una costante idratazione ed un'alimentazione corretta, soprattutto a base di frutta e verdura.

Sintomi

Uno degli aspetti più pericolosi della mononucleosi è che, in molti casi, essa è asintomatica. Questa caratteristica permette al virus di diffondersi facilmente visto che spesso non si sa di essere contagiosi e si continua a fare la vita di sempre, senza usare alcuna precauzione per evitare di diffondere il contagio.

Più semplice, invece, riconoscere i sintomi quando si manifestano: i più comuni (ma non necessariamente concomitanti e coesistenti) sono una febbre costante, anche se raramente alta, l'ingrossamento delle ghiandole del collo, spossatezza, l'infiammazione delle vie aeree, in particolare gola e tonsille, e ingrossamento della milza.

Proprio quest'ultimo sintomo, detto 'splenomegalia', è il più pericoloso, visto che, come già accennato in precedenza, in mancanza di riposo e un'attività fisica eccessiva possono portare alla rottura di questo organo. Va comunque rimarcato che se l'ingrossamento della milza è un sintomo abbastanza comune, la rottura della milza è una complicazione rara: per quanto grave, essa non fa parte del normale decorso della mononucleosi.

Cure

Se da un lato, la cura classica per la mononucleosi è soprattutto data dal riposo e non sono consigliati medicinali specifici, in alcuni casi è necessario ricorrere agli antibiotici. L'antibiotico, infatti, si rende obbligatorio quando si verifica un'infezione eccessiva del tratto faringeo e delle tonsille. Tra i vari sintomi della malattia del bacio, infatti, vi è anche l'infezione delle vie respiratorie, in particolare del tratto faringeo. In questo caso, tuttavia, la cura antibiotica viene utilizzata per combattere gli attacchi batterici che accompagnano la mononucleosi e non per debellare il virus della mononucleosi stessa.

Sempre nel campo delle complicazioni rare, ma comunque da tenere in considerazione, vi sono l'encefalite, l'epatite fulminante, la miocardite, la polmonite interstiziale e l'ulcera genitale. Si tratta di complicazioni possibili solo in casi di presenza di pregressa immunodepressione da parte del soggetto contagiato e, come già sottolineato, si tratta di complicazioni molto rare. In questo caso le cure sono differenti, e vanno regolate anche in base al tipo di complicazione insorta e al soggetto stesso.

La cura più indicata nella maggior parte dei casi, ossia quando la mononucleosi si presenta nella sua forma più comune e senza pericolose variazioni, è sicuramente il riposo completo. Trascorrere una settimana al letto e al caldo (soprattutto se il contagio è avvenuto durante l'inverno) è sicuramente uno dei modi migliori per combattere il virus di questa malattia che spesso si presenta più noiosa che pericolosa.

Il riposo, infatti, non solo garantisce contro l'insorgere di eventuali aggravanti, ma permette una più rapida ripresa organica. Anche l'alimentazione permette di migliorare il decorso e sconfiggere più velocemente la mononucleosi: per questo motivo ai malati è consigliata una buona idratazione, sia a base di acqua che di succhi di frutta naturali, ed un'alimentazione che metta in primo piano la frutta e le verdure.

Eventuali farmaci antipiretici o di altro tipo vanno utilizzati solo dietro consiglio medico visto che, a seconda anche dell'evolversi della mononucleosi, alcuni farmaci sono assolutamente da evitare, come i già citati antibiotici, da assumere solo in caso di complicanze alla faringe o alle tonsille. Un altro farmaco che non dovrebbe mai essere preso in sospetto di mononucleosi è l'acido acetilsalicilico, che può causare la sindrome di Reye, malattia rara e mortale.

Soggetti a rischio

La mononucleosi ha una maggiore possibilità di contagio soprattutto tra i giovani e gli adolescenti. In questa fascia d'età, infatti, si verificano maggiormente scambi di bottiglie e bicchieri, nonché saluti affettuosi che portano ad una maggiore probabilità di contagio. Tuttavia quando si ha a che fare con la mononucleosi non ci sono limiti d'età: non si tratta, infatti, di una malattia esclusivamente adolescenziale/giovanile, ma può colpire tutti, sia i bambini che gli adulti. Questi ultimi molto spesso sono soggetti a mononucleosi asintomatica.

Questo li porta a non sapere di aver contratto il contagio e in questo caso è molto probabile anche che abbiano sviluppato anticorpi specifici che hanno permesso una protezione contro eventuali forme più complesse. In soggetti in cui siano presenti gli anticorpi, il virus si può riattivare solo in forme lievissime, portando per lo più solo stanchezza e astenia. Tuttavia, le persone che si trovano in questa situazione possono essere portatori sani della mononucleosi, e possono quindi trasmettere il contagio a quanti, invece, non hanno gli anticorpi per difendersi dal virus. I soggetti più a rischio, infine, sono le persone già debilitate o con problemi di immunodepressione. In questo caso, infatti, la mononucleosi si presenta in maniera più complessa e con sintomi più evidenti ed accentuati.

Tuttavia, anche in questo caso, le possibilità di complicazioni sono rare, per cui ancora una volta il riposo rappresenta il miglior modo per contrastare lo sviluppo dell'infezione e l'insorgere di eventuali problemi. In caso di dubbio di contagio da mononucleosi asintomatica, per prima cosa è necessario effettuare delle analisi specifiche. Molti sintomi, infatti, non sono specifici di questa malattia, per cui è necessario richiedere analisi per la verifica di linfociti nel sangue ed esami immunologici.

Viceversa, qualora si riconoscono sintomi specifici, come l'ingrossamento dei linfonodi o della milza, la febbre continua ed una stanchezza cronica, le analisi possono servire solo ad avere una conferma di quanto il medico può riconoscere facilmente dalla semplice visita.

Prevenzione

Per quanto nella maggior parte dei casi la mononucleosi sia asintomatica e non presenti grosse complicazioni, sicuramente il modo migliore per assicurarsi contro il contagio è una giusta prevenzione. Purtroppo, non sempre è facile prendere misure di sicurezza contro una malattia che si presenta senza sintomi. In questo caso, spesso, neanche il malato sa di avere la mononucleosi e non può quindi prendere misure di sicurezza per non contagiare amici, parenti e persone appartenenti al suo entourage.

Diverso è il caso in cui i sintomi sono evidenti. Se da un lato chi ha contratto la mononucleosi può avvisare le persone vicine sulle sue condizioni di salute, dall'altro amici e parenti devono assolutamente evitare di entrare in contatto con oggetti, personali e non, che vengono regolarmente utilizzati dal malato. Niente scambio di bicchieri e bottiglie, quindi e, soprattutto, è bene isolare lo spazzolino da denti e altri oggetti che vengono regolarmente utilizzati per la cura personale.

Va specificato che la mononucleosi può trasmettersi non solo tramite la saliva, ma anche attraverso le mucose: assolutamente da evitare, quindi, rapporti sessuali non protetti con malati di mononucleosi. Infine, e questo è fondamentale per le mamme in dolce attesa, bisogna sapere che, in caso di contagio durante una gravidanza, non si rischia nessun tipo di problema per il feto: la mononucleosi, infatti, non viene trasmessa al bambino tramite la placenta. In ogni caso, il miglior modo per non contrarre la mononucleosi, è soprattutto legata allo stile di vita.

I soggetti che maggiormente resistono a questo virus sono infatti quelli che presentano elevate difese immunitarie e che conducono uno stile di vita alimentare corretto, ricco di integrazione in vitamine e sali minerali e con un'adeguata idratazione. Vuoi aumentare le tue difese immunitarie?

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