Le cause dell’artrite reumatoide giovanile si verificano nel momento in cui il sistema immunitario attacca le proprie cellule e tessuti, da qui il dolore, il gonfiore con conseguente infiammazione della zona colpita. Talvolta questa patologia può portare a delle complicazioni molto gravi tra cui: problemi agli occhi e difficoltà nella normale crescita dello scheletro. La prima complicazione viene definita uveite o iridociclite, la quale altro non è che l’infiammazione croniche dei tessuti interni dell’occhio (il nome deriva dalle strutture oculari colpite e quindi il corpo ciliare e l’iride).
Se questo problema non viene curato si può andare incontro a glaucoma, cataratta e persino alla cecità. I soggetti maggiormente colpiti sono bambine di età inferiore ai cinque anni, ANA positive e affette da artrite reumatoide giovanile forma oligoarticolare.
Questo è uno dei motivi che spinge gli specialisti a compiere dei frequenti controlli oculistici attraverso l’utilizzo di lampade a fessura. La seconda causa dell’artrite reumatoide giovanile è data dai problemi di crescita. Il normale sviluppo viene tenuto sotto controllo da farmaci specifici accompagnati da periodici esami radiologici (Rx, RMN ed ecografia) così da poter constatare l'effetto che i farmaci stanno avendo sull'apparato scheletrico ed eventualmente osservare eventuali mutamenti e danni che lo stesso sta subendo dall'avanzare della patologia.
Come è già stato affermato in precedenza, non ci sono dei test che possono confermare subito la presenza o meno dell’artrite idiopatica giovanile. Proprio per questo motivo bisogna prima appurare che l’artrite dura da almeno 6 settimane, escludere eventuali infezioni, traumi o altre patologie che possono avere gli stessi sintomi dell’AIG e successivamente effettuare degli esami.
Il tasso di sedimentazione eritrocitaria (ESR) indica la velocità con la quale i globuli rossi tendono a depositarsi sul fondo della provetta. Se questo tasso è elevato, si ha un primo sospetto di artrite reumatoide giovanile. Il secondo esame è quello della Proteina C-reattiva viene effettuato anche per misurare il livello d’infiammazione generale presente nel corpo.
Il terzo esame è quello degli anticorpi anti-nucleo. Si tratta di proteine prodotte dal sistema immunitario di soggetti affetti da malattie autoimmuni come ad esempio l’artrite. Il terzo esame è dato dal controllo del fattore reumatoide il quale solitamente si trova nel sangue di soggetti adulti affetti da artrite reumatoide. Alla stessa maniera, anche l’anticorpo PCC o Peptide ciclico citrullinato si trova in quei soggetti affetti da artrite reumatoide.
A questi esami se ne aggiungono dei supplementari, i quali servono allo specialista per escludere eventuali artriti o infiammazioni provocate da fratture, tumori, infezioni o difetti congeniti, si tratta dei raggi X. Quando lo specialista arriva a una diagnosi, effettuati alcuni esami del sangue per verificare la presenza di alcuni anticorpi e il fattore reumatoide, procede con la prescrizione della terapia. Lo scopo di quest’ultima è quello di consentire al giovane una vita il più naturale possibile.
I principali farmaci utilizzati per tenere a bada i dolori e i fastidi dell’artrite reumatoide giovanile sono: FANS, DMARD, TNF, immunosoppressori e i corticosteroidi. I FANS (farmaci anti-infiammatori non steroidei) riducono il dolore e il gonfiore; rientrano in questa categoria l’ibuprofene (Motrin, Advil etc.) e il naproxene (Aleve). Scopri di più sul nostro blog: Come scegliere i farmaci antinfiammatori I DMARD sono dei farmaci antireumatici modificanti utilizzati nel momento in cui i FANS non sono in grado di ridurre il gonfiore e il dolore provocato dall’artrite reumatoide.
I farmaci bloccanti del TNF (fattore di necrosi tumorale), alla stessa maniera dell’etanercept (Enbrel) e dell’Adalimumab (Humira) può portare a una riduzione del dolore, del gonfiore e della tipica rigidità mattutina che caratterizza i soggetti affetti da AIG. Gli immunosoppressori vengono usati proprio per ridurre l’iperattività del sistema immunitario (abatacept, rituximab, anakinra, tocilizumab).
Infine i corticosteroidi sono usati per limitare complicazioni come l’infiammazione del pericardio (la membrana che riveste il cuore). Ai farmaci tradizionali fa seguito l’utilizzo di farmaci biologici. Si tratta di composti formati da molecole create in laboratorio mediante tecniche d’ingegneria molecolare. Queste sono in grado di combinarsi e disattivare tutte le sostanze infiammatorie immesse in circolo nel sangue dalla malattia (fattore di necrosi tumorale, IL1, TNF). La somministrazione di questi farmaci avviene per via endovenosa o sottocutanea.
Hanno un costo di un certo rilievo, però sono ben tollerati dall’organismo e vengono definiti come una terapia indispensabile per tutti quei bambini e ragazzi affetti da artrite reumatoide che non sono in grado di tollerare la terapia farmacologica tradizionale. Alla terapia farmacologica è conveniente affiancare la fisioterapia, mediante la quale si riesce a mantenere un certo tono muscolare, migliorare le funzionalità delle articolazioni e diminuire la rigidità. In presenza di una patologia molto grave può far seguito un intervento chirurgico al fine di ridurre i danni provocati.
Consigliamo di fare sempre affidamento sul proprio medico curante per intervenire su questa problematica!
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