Giorni di dolore e di fatica che si susseguono, ti svegli al mattino più stanca di quando sei andata a dormire, il tempo passa e i fastidi rimangono, allora decidi di rivolgerti al tuo medico curante. Scegli una giornata positiva in cui ti senti un po' meno affaticata e ti rechi allo studio del tuo medico.
Ne parli con lui, qualche domanda, qualche osservazione e tanta speranza che la tua sofferenza abbia un nome con una lista di farmaci utili a risolvere il problema. Ma già il modo in cui il tuo medico ti guarda dopo qualche minuto è sufficiente a farti sprofondare nello sgomento e di sicuro quando a conclusione della visita tirerà le somme dicendoti che non è una patologia fisica a causarti tutto quel dolore ma una sindrome depressiva sarai invasa dall'angoscia. Qualche esame di routine ti verrà prescritto, probabilmente per accontentarti, ma forse sarebbe stato meglio non eseguirli perché il risultato negativo in questo caso non ti ha dato voglia di esultare per come avresti fatto in qualsiasi altro momento della tua vita.
Anzi dentro di te stai per convincerti che il tuo medico ha ragione e che chi ti sta accanto non comprende il tuo dolore perché forse non c'è davvero. Ancora più di prima non sai cosa fare ed il tuo malessere aumenta, ogni giorno si manifesta un nuovo sintomo.
Quante volte ti sei trovata in questa situazione?
Poi un giorno qualcuno con sicurezza ti ha certificato di non essere affetta da depressione o ansia ma bensì da Fibromialgia.
E allora guardando e riguardando quella prescrizione un nuovo mondo e una forte speranza si sono aperte davanti a te.
Non è un caso, una svista o una preferenza aver scritto rivolgendomi ad un pubblico femminile ma è una scelta in quanto ad essere maggiormente colpiti da questa malattia invalidante, fino a poco tempo fa considerata un male oscuro, sono le donne.
Come indica lo stesso termine composto da algos (dolore), fibro (tendini e legamenti) e myo (muscoli), la fibromialgia, o sindrome fibromialgica (insieme di segni e sintomi), è una malattia reumatica che colpisce i principali componenti dell'apparato muscolo-scheletrico causando prevalentemente dolore diffuso, tensione muscolare e rigidità in diversi punti del corpo.
Oltre alla caratteristica condizione dolorosa diffusa gli altri sintomi comuni che la maggior parte dei pazienti presenta e spesso concomitanza sono: - affaticamento e stanchezza mentale cronica - disturbi dell'umore e del sonno Scopri di più sul nostro blog: Rimedi naturali per la cura dell'insonnia
Altri sintomi possibili che si associano a quelli comuni e che variano come presenza da paziente a paziente sono:
Questa sintomatologia varia da persona a persona.
La fibromialgia è una patologia conosciuta da molto tempo e addirittura già descritta da Ippocrate. Intorno alla metà dell'1800 il tedesco Froriep iniziò a descrivere meglio la patologia definendola come "reumatismo muscolare cronico". Ma una sua vera definizione è stata data solo di recente, basti pensare che fino a vent'anni fa ancora ci si interrogava sulla sua reale esistenza. Solo nel 1992 la fibromialgia è stata ufficialmente riconosciuta dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) con la dichiarazione di Copenhagen.
La fibromialgia colpisce circa 2 milioni di italiani e la fascia d'età più interessata è quella tra i 25 e i 55 anni. Il sesso più colpito è di gran lunga quello femminile, su 10 persone affette da questa patologia reumatica solo una è di sesso maschile. Il perchè della maggiore prevalenza della malattia tra le donne non è ancora chiaro.
Per spiegare la più alta incidenza nel sesso femminile sono stati effettuati vari studi con lo scopo di evidenziare una correlazione tra Fibromialgia e condizioni prettamente femminili come il ciclo mestruale, la menopausa e l'uso di contraccettivi.
I risultati però sono stati deludenti e la conclusione dei ricercatori è stata che l'origine di questa differenza di genere va ricercata nella combinazione di fattori genetici e biologici. La patologia purtroppo non risparmia gli adolescenti e i bambini manifestandosi con un'incidenza del 6,2%.
Purtroppo ancora oggi la causa esatta all'origine della Fibromialgia è sconosciuta. La convinzione della comunità scientifica è che sono molti i fattori che concorrono alla comparsa della patologia: genetici, biologici, neurochimici, ormonali, psicologici e non solo.
Tutti gli studi recenti, oltre a indirizzare sulla multifattorialità alla base della patogenesi della Sindrome Fibromialgica, hanno teorizzato che essa amplifichi la sensazione dolorosa dei pazienti alterando i meccanismi di percezione degli stimoli dolorosi da parte del cervello.
In alcuni pazienti inoltre è stato documentato che il via alla comparsa dei sintomi è dato da un fattore scatenante come per esempio un trauma fisico o emotivo, un'infezione o un'intervento chirurgico.
Nei restanti pazienti invece l'insorgenza della malattia è graduale senza un apparente evento scatenante.
La diagnosi è esclusivamente clinica. Si parla di Fibromialgia quando al dolore diffuso riferito dal paziente corrisponde alla digitopressione la presenza di dolore in almeno 11 dei 18 tender points (letteralmente punti dolorabili).
Purtroppo ad oggi non esistono ancora esami di laboratorio o radiologici che possano diagnosticare la malattia. Tuttavia determinati esami sono fondamentali per escludere l'eventuale presenza di altre problematiche concomitanti. Negli ultimi anni il test dei tender points è stato affiancato nella diagnosi dall'utilizzo di una scala che valuta la gravità dei sintomi comuni. Sarà solo l'esperienza del medico e la conoscenza da parte sua della patologia che potranno portare ad una diagnosi certa di Fibromialgia.
Il medico prescriverà di volta in volta il farmaco più adatto ad eliminare o migliorare la sintomatologia, non esiste al momento una terapia unica per la patologia. Le cure più frequentemente prescritte mirano a migliorare i sintomi più comuni.
Per alleviare la condizione dolorosa i farmaci più utilizzati sono il paracetamolo, presente nella Tachipirina, gli antinfiammatori non steroidei (Voltaren, Feldene etc.) e gli antidolorifici come il tramadolo (Contramal).
Per migliorare la qualità del sonno e gli stati ansioso-depressivi vengono prescritti antidepressivi e miorilassanti (Muscoril).
Insieme alla terapia farmacologica è consigliata una moderata attività fisica. Il paziente nelle fasi iniziali difficilmente aderisce all'idea di affrontare uno sforzo a causa dei forti dolori ma col tempo il movimento fisico ti aiuterà ad alleviare i sintomi.
Negli ultimi tempi tra le abitudini del paziente fibromialgico si è inserito efficacemente lo Yoga con effetti benefici sia fisici che psicologici. Altre pratiche spesso molto efficaci sono lo stretching per la rigidità muscolare e i massaggi rilassanti per favorire un sonno ristoratore.
Scopri di più sul nostro blog: quali sono i rimedi per dolori muscolari a gambe e braccia!
Tra le terapie non farmacologiche quelle che meritano di essere menzionate sono: il biofeedback elettromiografico, l'omeopatia, la terapia di rilassamento muscolare e un rimedio fitoterapico.
Il biofeedback elettromiografico, poco conosciuto dai pazienti, ha dimostrato con due differenti studi di essere efficace. Il paziente in questo trattamento viene collegato ad uno strumento in grado di rilevare la contrazione di un determinato distretto muscolare rimandandolo al soggetto sotto forma di segnale acustico o visivo. Grazie a questo meccanismo il paziente comprendendo il livello di tensione del muscolo può volontariamente mutare la contrazione muscolare. Nell'ambito omeopatico alcuni studi hanno dimostrato che solo il "Rhus Tox" è efficace ma con risultati variabili da paziente a paziente.
Tra i rimedi fitoterapici pare che solo un determinato infuso di varie erbe medicinali dia dei benefici. Si tratta di una tisana che agisce contro la cefalea, i disturbi del sonno, la stanchezza e migliora la circolazione alle estremità. Rimedio questo comunque da utilizzare come supporto alle altre terapie.
Nella nostra farmacia online trovi diversi rimedi naturali rilassanti, che lavorano per migliorare il ciclo veglia-sonno e il rilassamento muscolare. Il trattamento non farmacologico che di sicuro in questi anni ha dimostrato di essere un grande aiuto per il paziente fibromialgico è la terapia di rilassamento muscolare: training Schultz, terapia cognitivo-comportamentale e terapia di tipo ericksoniano.
Tra queste tecniche che si sono dimostrate tutte efficaci la più utilizzata è quella ericksoniana grazie alla maggiore adesione dei pazienti. Le prime due infatti risultano troppo complesse e di lunga durata.
Consoci delle APP che ti aiutano a gestire la patologia? Te ne consigliamo una. FibroMapp è un diario quotidiano che aiuta le persone affette dalla malattia a gestire meglio i momenti della malattia.
Il consiglio che mi sento di darti è di accettare la situazione per poterla affrontare al meglio. Così avrai la forza di correggere determinati comportamenti del tuo stile di vita che potrebbero peggiorare la sintomatologia. Il primo consiglio tra tutti è di ridurre lo stress per quanto possibile evitando lavori faticosi, sofferenze emotive e concedendoti momenti della giornata per rilassarti. Importante però rimanere attivi e affrontare la normale routine quotidiana, periodi di inattività possono far peggiorare il dolore e la rigidità.
Abituati a favorire e migliorare la qualità del tuo sonno, evita caffeina e sonnellini pomeridiani. La dieta deve essere equilibrata e il più possibile attenta al tuo colon, ricorda che questo è un organo frequentemente colpito dalla Fibromialgia.
I centri di cura in Italia che si interessano alla gestione di questo disturbo sono in notevole aumento. Quello che mi sento di segnalarti si trova all'interno dell'Istituto Gaetano Pini di Milano, è attivo dal 2005 ed è divenuto Centro di Riferimento Nazionale per la Fibromialgia. La ricerca è condotta da un equipe di specialisti di ben 3 Università: Milano, Tel Aviv e Bruxelles.
Nonostante ad oggi non sia disponibile una cura per la Fibromialgia le alternative terapeutiche sono tante e in continua evoluzione. Gli studi condotti in quest'ultimi anni sono molteplici. I progressi fatti sono notevoli e i pazienti possono ricorrere a molte opportunità terapeutiche per controllare il dolore cronico diffuso.
Ma nonostante tutto purtroppo questa patologia è ancora difficile da sostenere e crea non poche ripercussioni sulla vita sociale dei pazienti che ne sono affetti.
Il numero dei nuovi casi diagnosticati è in costante aumento ma auspichiamo che a breve possa essere trovata una valida soluzione teraupetica e l'origine di questo male.
L'obiettivo di questo articolo è di raccogliere tutte le informazioni più importanti per permettere al paziente di avere una fonte di approfondimento. I consigli dati devono integrare il tuo rapporto con il medico e non sostituirlo, anzi ti invito sempre a parlare col dottore prima di mettere in atto qualsiasi indicazione riportata.
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