L’aneurisma cerebrale viene definito come un rigonfiamento del vaso sanguigno presente nel cervello, la cui rottura può causare dei danni importanti e nei casi peggiori portare alla morte. La struttura di questo rigonfiamento è simile a una bacca la quale si sviluppa a contatto con l’arteria interessata e può restare così com’è oppure rompersi tra lo spazio tra la membrana che riveste il cervello e quest’ultimo, provocando un’emorragia interna. In alcuni casi può accadere che l’aneurisma non si rompa e in questa fattispecie è chiamato silente, e viene scoperto a seguito di esami clinici effettuati dal soggetto per altri motivi. Quali sono le cause di questa problematica e come si giunge ad una cura efficace? Vediamolo subito.
Le cause dell’aneurisma cerebrale sono principalmente dovute alla degenerazione e all’indebolimento delle pareti delle arterie. In linea di massima quest’indebolimento avviene tra la biforcazione di due vasi sanguigni (nella maggior parte dei casi quelli siti alla base del cervello), e di conseguenza è la zona preferita dall’aneurisma. Ciò che porta all’indebolimento delle pareti dei vasi sanguigni è da imputare a uno stile di vita sregolato o a fattori puramente congeniti. I medici hanno sintetizzato questi fattori di rischio in:
Questi fattori possono scatenare il disturbo. Scoprirli quando la patologia è silente è molto difficile, invece si può diagnosticare la malattia quando compaiono i sintomi esatti.
I sintomi dell’aneurisma cerebrale avvengono quando esso va incontro a rottura, e in percentuali minori in presenza di un aneurisma fissurato e silente. Nel caso di rottura, con conseguente fuoriuscita del sangue all’interno del cervello, il soggetto malato può avvertire i seguenti sintomi:
Per aneurisma fissurato s’intende quella fattispecie durante la quale l’aneurisma perde una ridotta quantità di sangue con conseguente mal di testa. In linea generale, alla perdita di sangue fa seguito la rottura dell’aneurisma. Infine, per quanto riguarda l’aneurisma silente, esso solitamente non da sintomi o problemi a livello cerebrale. Se le dimensioni sono importanti, esso preme sui nervi e sui tessuti del cervello provocando:
Nel momento in cui l’aneurisma si rompe, scatenando i sintomi descritti in precedenza, è necessario chiamare il 118 perché si tratta di una situazione di vera emergenza dove il tempo gioca un ruolo fondamentale nella vita del malato. Successivamente alla rottura dell’aneurisma, il soggetto può andare incontro a diverse conseguenze, tra le quali: seconda emorragia, vasospasmo, idrocefalo e iponatremia. Il vasospasmo è una condizione che porta a dei veri e propri spasmi dei vasi sanguigni i quali si dilatano e restringono in maniera anomala. Questa condizione porta a sua volta a una conseguenza ancora più grave giacché le cellule cerebrali non ricevono la giusta quantità di sangue provocando un’ischemia cerebrale. La seconda emorragia avviene a seguito di una prima e passata emorragia con danni ancora maggiori alle cellule del cervello.
L’idrocefalo è l’accumulo di liquido cefalorachidiano (presente attorno al cervello e al midollo spinale) con conseguente incremento della pressione sanguigna e pesanti danni ai tessuti circostanti. Infine, l’iponatremia (abbassamento del livello di sodio nel sangue) porta a un ingrossamento delle cellule celebrali con conseguenti danni permanenti a livello cerebrale.
Effettuare una diagnosi prima che l’aneurisma ceda e si rompa è pressoché impossibile, infatti nella maggior parte dei casi esso viene scoperto solo nel momento successivo alla rottura e gli specialisti devono intervenire con una certa urgenza al fine di evitare ingenti danni cerebrali e addirittura la morte del paziente. La patologia può venire scoperta al suo stadio iniziale (è risulta ancora integro) quando il paziente effettua degli esami a livello cerebrale per motivi diversi. Nel momento in cui viene diagnosticato un aneurisma, il paziente deve rivolgersi a uno specialista (neurologo o neurochirurgo) ed eventualmente porgli delle domande al fine di avere un quadro della situazione più chiaro.
Si può chiedere la posizione e dimensioni dell’aneurisma, se c’è un rischio ipotetico che si rompa, quale terapia si consiglia e come evitare che si rompa. Durante la visita lo specialista può porti delle domande riguardo le condizioni di vita abituali, così da facilitare la scelta della terapia da applicare. Tra le informazioni riguardo allo stile di vita del paziente, gli specialisti possono aver bisogno d’informazioni riguardo: il fumo, l’assunzione di alcol o droghe, l’assunzione di farmaci, la presenza di parenti con precedenti casi di aneurisma cerebrale e se il paziente sta seguendo una cura per l’ipercolesterolemia o ipertensione.
Se invece si presentano casi di forte e lancinante mal di testa o altri sintomi simili all’aneurisma cerebrale, è necessario compiere alcuni esami al fine di comprendere se il dolore è dovuto alla rottura dell’aneurisma stesso con conseguente riversamento del sangue tra il cervello e il suo rivestimento o se le cause dei sintomi sono da imputare a un’altra patologia. In questo caso l’unica cosa che lo specialista può fare è intervenire chirurgicamente. In presenza di aneurisma silente, si può avvertire un dolore molto fastidioso a livello dell’occhio, paralisi parziale del volto e anomalie nella vista. Tra i principali esami diagnostici effettuati dal personale sanitario, ci sono:
La TAC o tomografia computerizzata è un esame di tipo radiografico che sviluppa delle immagini bidimensionali del cervello. Durante l’esecuzione di questo esame, può essere iniettato del liquido di contrasto (TAC angiografia) per facilitare l’osservazione della circolazione sanguigna a livello cerebrale e osservare al meglio la posizione dell’aneurisma. Se lo specialista ha il dubbio che l’aneurisma sia già esploso può procedere con l’analisi del liquido cefalorachidiano.
Esso circola attorno al cervello e al midollo spinale, in caso di rottura dell’aneurisma, dovrebbe esserci una certa quantità di globuli rossi. Il liquido si estrae mediante una siringa inserita nella colonna vertebrale che prende il nome di drenaggio lombare o puntura lombare. L’angiogramma consiste nell’inserimento di un catetere che dall’inguine risale verso il cuore e arriva alle arterie cerebrali. All’interno del catetere viene inserito un liquido di contrasto così da aver chiara la situazione e lo stato della patologia. Infine, l’MRI ( risonanza magnetica) è un esame che utilizza delle onde radio e un campo magnetico per dar vita a delle immagini a 2 e 3 dimensioni del cervello.
Anche in questo caso può essere utilizzato del liquido di contrasto (angiografia con mezzo di contrasto) per osservare ancora meglio lo stato della patologia ed eventualmente trovare una terapia consona da seguire.
Gli specialisti hanno messo in atto due tipologie di cure, una chirurgica e una alternativa. La prima si divide a sua volta in due categorie: il clippaggio e l’embolizzazione cardiovascolare. Il clippaggio consiste nell’apertura della scatola cranica, raggiungere l’aneurisma e il vaso a esso connesso. Il chirurgo prosegue poi nel praticare un punto di sutura alla base dell’aneurisma così da fermare l’afflusso di sangue.
L’embolizzazione cardiovascolare è meno invasivo e consiste nell’inserire un piccolo catetere nell’arteria inguinale e risalire fino alla zona in cui si trova l’aneurisma. Inserisce poi un filo di platino con il quale avvolgere e riempire l’aneurisma, il sangue al suo interno si coagula e poi si termina con l’eliminazione dell’aneurisma stesso. La terapia alternativa è usata al fine di limitare le conseguenze della rottura dell’aneurisma cerebrale e tenere sotto controllo i sintomi.
I farmaci più utilizzati sono: gli analgesici (ridurre il mal di testa), i calcioantagonisti (riducono il vasospasmo), i vasopressori (aumentano la pressione sanguigna). L’angioplastica viene praticata in presenza di un vaso sanguigno ristretto con lo scopo di riportarlo ad una dimensione normale. I farmaci antiepilettici (levetiracetam, fenitoina e acido valproico) sono usati al fine di tenere sotto controllo le convulsioni. Per quanto riguarda le terapie, esse hanno lo scopo di restituire al paziente, soggetto ad aneurisma cerebrale, le originarie funzionalità cerebrali (ove possibile), mediante sedute di fisioterapia, trattamenti della parola e occupazionale. A seguito della comparsa dei sintomi e successivamente alla diagnosi, all’intervento e alla terapia prescritta dallo specialista, il paziente deve seguire uno stile di vita il più sano possibile.
Smettere di fumare, ridurre il consumo di alcol, mangiare sano e in maniera regolare sono delle regole fondamentali da seguire al fine di vivere al meglio.
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